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Feldenkrais. A chi serve?

Il metodo Feldenkrais si rivolge a tutti coloro che desiderano ampliare le proprie risorse e migliorare il modo di muoversi. Tutti sono possibili fruitori, dal bambino all’adulto, all’anziano, al disabile, allo sportivo, all’artista.

A cosa serve?

Il metodo Feldenkrais insegna a scoprire direttamente dal proprio corpo una migliore modalità di azione, che rende possibile la piena espressione di una vasta gamma di funzioni.

Vi è una stretta connessione tra emozione ed atteggiamento posturale. In alcuni casi sfavorevoli, si può arrivare a bloccare certe parti del corpo in posture inefficienti, contraendo stabilmente ed inconsapevolmente taluni distretti muscolari, costringendo altre parti a compensare con movimenti eccessivi.

A lungo andare ciò crea disturbi funzionali ortopedici e di comportamento.

Riportare consapevolezza nelle parti del corpo bloccate e “dimenticate” permette di eliminare le tensioni e ripristinare la libertà di movimento, l’efficienza dell’azione e la salute. Non ci sono modelli da imitare, né ripetizioni meccaniche. Memorizzare le sensazioni del corpo e poi riprodurle migliorando l’organizzazione mentale e il movimento diventa possibile, facile e piacevole.

Ciò che si apprende in questo modo non rimane limitato al momento, ma può essere integrato nella quotidianità e, una volta acquisito, rimane operante senza il bisogno di particolare attenzione.

Come si fa?

Il metodo permette di imparare attraverso:

Lezioni di gruppo

(CAM – Conoscersi Attraverso il Movimento) nelle quali l’insegnante guida l’allievo verbalmente in sequenze motorie gentilmente esplorative, organizzate attorno ad una specifica funzione umana, con l’intenzione di aumentare la consapevolezza della molteplicità delle possibilità di azione.

Nell’esame di ogni funzione sono coinvolti anche il pensare, le percezione sensoria e l’immaginare.

Lezioni individuali
(IF – Integrazioni Funzionali).

In queste l’insegnante Feldenkrais usa le parole e il tocco delicato non invasivo per guidare il singolo studente verso la consapevolezza di altre possibilità di schemi di movimento.
L’insegnante comunica allo studente come egli organizza se stesso e suggerisce ulteriori possibilità e schemi motori funzionali. Nell’IF l’intenzione del tocco è di comunicare, non di correggere.